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Trento, 6 aprile 2006
IO, LE CAMERE E LA GIUSTIZIA
di Marco Boato
da l’Adige di giovedì 6 aprile 2006

Caro Direttore, su "L'Adige" dei giorni scorsi sono apparse alcune lettere, non propriamente amichevoli, che mi interpellano su alcune questioni riguardanti la giustizia e dintorni.

C'è chi si lamenta di una mia mancata risposta o addirittura di una mia mancata lettura del giornale. Rassicuro Lei e questi lettori: anche se a volte a tarda notte, dopo una giornata estenuante ma anche entusiasmante di lavoro e di impegno, i giornali li leggo sempre e ne leggo anche molti, di tutti gli orientamenti. Quanto alla disponibilità a rispondere alle domande, basta interpellare i cronisti politici dei tre quotidiani locali e qualche volta di quelli nazionali, per sapere che nessuno mi ha mai fatto una domanda che sia rimasta senza risposta. Posso peccare di eccesso di franchezza, non certo di eccesso di reticenza.

Si dà il caso, però, che le questioni sollevate in materia di giustizia riguardino non la scorsa legislatura, ma la precedente, cioè quasi dieci anni fa. E si dà anche il caso che su quegli argomenti io sia intervenuto decine di volte, a livello locale e sulla stampa nazionale, dentro e fuori il Parlamento.

Anzi, poiché le polemiche nuovamente sollevate ora sono state oggetto di ripetuti attacchi nei miei confronti da parte di qualche "giustizialista di sinistra" (ci sono, non meno pericolosi di quelli di destra, che ci sono anch'essi) proprio nel corso della campagna elettorale del 2001 nel collegio di Rovereto (città da cui provengono le tre lettere), in quei mesi ho affrontato ripetutamente (anche su "l'Adige") quegli argomenti.

Mentre nel 1996 ero stato eletto col 38,6% dei voti, nel 2001, dopo qualche polemica su questi argomenti, sono stato rieletto col 50,83% dei voti, cioè con oltre la maggioranza assoluta. E ciò in un collegio che, nelle previsioni dell'Ulivo a livello nazionale, era considerato di "fascia 5", cioè tra quelli molto probabilmente persi per il centro-sinistra (a Trento, collegio di "fascia 1", cioè assolutamente certo e vincente, il risultato fu di appena lo 0,3% in più).

Per questo, le tre lettere di questi ultimi giorni mi sono sembrate la riedizione di un modo di concepire la politica, che non mi appartiene e non mi apparterrà mai, e sono lieto che la grande maggioranza degli elettori del collegio di Rovereto nel 2001 abbia condiviso questa mia visione della politica.

La vicenda del "Foglio" risale ai primi anni della antecedente legislatura, quando la maggioranza di centro-sinistra aveva tentato un dialogo "bipartisan" sulla riforma costituzionale in generale, e sulla giustizia e il "sistema delle garanzie" in particolare. Quando il 2 giugno 1998, Silvio Berlusconi, allora leader dell'opposizione di centro-destra, "rovesciò il tavolo" della Bicamerale di D'Alema e quel tentativo di dialogo sulle riforme costituzionali fallì, io abbandonai la partnership (con Marcello Pera, "quantus mutatus ab illo", è davvero il caso di dire) di quella iniziativa denominata "Convenzione sulla giustizia". Sono dunque passati quasi otto anni da allora! Continuo a leggere, tra i molti giornali, anche il "Foglio", le cui idee quasi sempre non condivido, ma con le quali mi confronto civilmente, perché non sopporto l'integralismo e il fondamentalismo, né di destra né di sinistra.

Per quanto riguarda il mio lavoro, nella Commissione bicamerale presieduta da D'Alema, quale relatore sul "sistema delle garanzie" (che comprende la giustizia, ma non solo), ne sono orgoglioso come uno degli impegni di più straordinario interesse della mia vita politica.

Di questo lavoro si parla ormai anche in decine di pubblicazioni scientifiche in materia di diritto costituzionale, diritto e procedura penale, diritto amministrativo, e ho personalmente avuto modo di presentarlo e discuterlo in università italiane, in convegni e congressi di magistrati e avvocati, nel confronto con esponenti della dottrina e con i più diversi operatori del diritto.

Ma, ciò che più conta, da quel lavoro è nata, testualmente, la riforma dell'art. 111 della Costituzione, votata dal Parlamento dell'altra legislatura quasi all'unanimità e che nessuno ha mai più messo in discussione. Se si è arrivati alla costituzionalizzazione dei principi del "giusto processo", rivendico, senza tema di smentita, soprattutto (anche se non solo, ovviamente) a me il merito politico e culturale, come del resto gli operatori del diritto e i costituzionalisti ben sanno.

In questa legislatura, sono stato presidente del Gruppo Misto della Camera, di cui fanno parte, oltre ai Verdi, i Socialisti democratici (ora Rosa nel pugno), i Popolari-Udeur, i Comunisti italiani, le Minoranze linguistiche (tra cui la Svp), gli Ecologisti democratici, i Liberal-democratici-repubblicani-Nuovo Psi e il Movimento dei Repubblicani europei. Se sono stato eletto e ho esercitato per cinque anni questa responsabilità, forse è perché il mio stile "garantista", il mio metodo del dialogo (anche con gli avversari), il mio spirito di coalizione (con gli alleati) è stato riconosciuto da tutti.

Del resto, sia nella Commissione Affari costituzionali sia nell'Aula della Camera, mi è stato chiesto più volte, dagli altri capigruppo del centro-sinistra (Violante dei Ds, Castagnetti della Margherita, Giordano di Rc) di essere io ad esprimere unitariamente per tutti le ragioni dell'opposizione contro il Governo Berlusconi.

"Perché Boato non risponde?", si chiede uno dei tre lettori roveretani. Adesso ho risposto, purtroppo portando via un po' di tempo agli impegni elettorali con e tra la gente, che in questi giorni mi assorbono con mia grande soddisfazione non solo in Trentino, ma anche in Alto Adige/Südtirol, dove sono l'unico candidato trentino ad intervenire sistematicamente.

Poiché la mia attività parlamentare, di questa e della scorsa legislatura, riempie alcune migliaia di pagine degli atti parlamentari, ma poiché tutto è oggi fortunatamente accessibile, tramite Internet, nel sito della Camera dei deputati, per ulteriori curiosità rinvio alla conoscenza diretta degli stessi atti parlamentari che mi riguardano.

Un augurio di buon voto a tutti.

Marco Boato
candidato dei Verdi-Grüne-Vërc alla Camera dei deputati

 

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